Partendo da un vecchio articolo di T. Lucherini, C.Cervini: Medicina dello sport, Società Editrice Universo, Roma, 1960, 630-631, a proposito dei risultati fatti registrare alle Olimpiadi di Roma nel 1960, l’autore ha voluto descrivere esattamente i processi fisiologici che sono alla base dell’allenamento sportivo. In particolare, partendo dalla Sindrome generale di adattamento venivano evidenziati i collegamenti con il funzionamento del sistema endocrino/ormonale aprendo due tipi di interpretazione:
- l’uno in caso di fatica è meglio aiutare il funzionamento del sistema ormonale per via esogena;
- l’altro sollecitiamo il sistema ormonale tramite l’attività sportiva programmata sfruttando il processo fisiologico della supercompensazione.
La prima strada, più semplice e più apprezzata soprattutto dalle case farmaceutiche, ha dato il via a quella spirale irrefrenabile del doping, che seppur trovando unanime opposizione ha travolto e ancora travolge il mondo sportivo e porta si ad un innalzamento veloce della prestazione ma anche ad inevitabili conseguenze negative alla persona.
La seconda strada, invece, che prevede una precisa programmazione dell’allenamento basata su una organizzazione ciclica del carico allenante, tende a potenziare l’intrinseco fenomeno della supercompensazione in modo tale da potenziare l’organismo in tempi sicuramente più lenti, ma indiscutibilmente producendo effetti più duraturi e senza mettere in alcuna maniera a repentaglio la salute dell’atleta.
La programmazione dell'allenamento basato su tali principi, dunque, porta senza ombra di dubbio ad un rafforzamento totale dell'organismo sia dal punto di vista fisiologico sia dal punto di vista psichico. Prova ne è il marcato sorriso di soddisfazione e di sicurezza del vincitore.
Al contrario li doping è una forma di indebolimento dell'organismo sia dal punto funzionale sia da quello psichico. Provate solo a ricordare la mortificazione di quegli atleti, TUTTI OVVIAMENTE INNOCENTI, ai quali viene tolta un medaglia perché risultati positivi a sostanze proibite.
- l’uno in caso di fatica è meglio aiutare il funzionamento del sistema ormonale per via esogena;
- l’altro sollecitiamo il sistema ormonale tramite l’attività sportiva programmata sfruttando il processo fisiologico della supercompensazione.
La prima strada, più semplice e più apprezzata soprattutto dalle case farmaceutiche, ha dato il via a quella spirale irrefrenabile del doping, che seppur trovando unanime opposizione ha travolto e ancora travolge il mondo sportivo e porta si ad un innalzamento veloce della prestazione ma anche ad inevitabili conseguenze negative alla persona.
La seconda strada, invece, che prevede una precisa programmazione dell’allenamento basata su una organizzazione ciclica del carico allenante, tende a potenziare l’intrinseco fenomeno della supercompensazione in modo tale da potenziare l’organismo in tempi sicuramente più lenti, ma indiscutibilmente producendo effetti più duraturi e senza mettere in alcuna maniera a repentaglio la salute dell’atleta.
La programmazione dell'allenamento basato su tali principi, dunque, porta senza ombra di dubbio ad un rafforzamento totale dell'organismo sia dal punto di vista fisiologico sia dal punto di vista psichico. Prova ne è il marcato sorriso di soddisfazione e di sicurezza del vincitore.
Al contrario li doping è una forma di indebolimento dell'organismo sia dal punto funzionale sia da quello psichico. Provate solo a ricordare la mortificazione di quegli atleti, TUTTI OVVIAMENTE INNOCENTI, ai quali viene tolta un medaglia perché risultati positivi a sostanze proibite.
Al contrario li doping è una forma di indebolimento dell'organismo sia dal punto funzionale sia da quello psichico. Provate solo a ricordare la mortificazione di quegli atleti, TUTTI OVVIAMENTE INNOCENTI, ai quali viene tolta una medaglia perché risultati positivi a sostanze proibite.