la supercompensazione
L'attività muscolare è dunque, secondo Selye, uno degli "stressor" (stimolo abnorme che aggredisce l'organismo) più importanti ed è caratterizzato dal fatto di provocare un periodo di shock molto breve e debole, seguito da fenomeni molto pronunciati di contro-shock. Le cause di stress durante l'esercizio fisico sono varie e naturalmente si potenziano reciprocamente con effetto di sommazione.
La ripetizione dello stress fisico (esercizio fisico o STIMOLO) determina un effetto variabile secondo l'intensità della precedente esposizione allo stress stesso, e la durata del periodo di riposo fra le due esposizioni (fase di ADATTAMENTO). E' proprio in questa fase che si instaurano e si consolidano i fenomeni di adattamento ricercati dalla specificità dello stimolo proposto.
Supercompensazione
Se la prima esposizione non è stata troppo severa, e la durata della fase di adattamento (riposo) è stato sufficiente, la seconda esposizione trova l'organismo già predisposto e con un grado di adattamento superiore in partenza, in quanto l'organismo ripaga sempre il lavoro svolto con un livello maggiore di quanto speso; questo aumento di disponibilità energetica viene definita SUPERCOMPENSAZIONE. Ciò porta ad un successivo innalzamento della resistenza allo stimolo specifico rispetto a quella che aveva la prima volta, purchè il tempo intercorso tra le due esposizioni non sia eccessivo e l'organismo ne conservi il ricordo. In questo caso, una nuova esposizione ben dosata anche se più intensa della precedente, farà aumentare ancora la capacità di adattamento e di resistenza; si costituirà così per ripiani di allenamento, un aumento della resistenza predisponendo il sistema ad impegni sempre più gravosi.
La ripetizione dello stress fisico (esercizio fisico o STIMOLO) determina un effetto variabile secondo l'intensità della precedente esposizione allo stress stesso, e la durata del periodo di riposo fra le due esposizioni (fase di ADATTAMENTO). E' proprio in questa fase che si instaurano e si consolidano i fenomeni di adattamento ricercati dalla specificità dello stimolo proposto.
Supercompensazione
Se la prima esposizione non è stata troppo severa, e la durata della fase di adattamento (riposo) è stato sufficiente, la seconda esposizione trova l'organismo già predisposto e con un grado di adattamento superiore in partenza, in quanto l'organismo ripaga sempre il lavoro svolto con un livello maggiore di quanto speso; questo aumento di disponibilità energetica viene definita SUPERCOMPENSAZIONE. Ciò porta ad un successivo innalzamento della resistenza allo stimolo specifico rispetto a quella che aveva la prima volta, purchè il tempo intercorso tra le due esposizioni non sia eccessivo e l'organismo ne conservi il ricordo. In questo caso, una nuova esposizione ben dosata anche se più intensa della precedente, farà aumentare ancora la capacità di adattamento e di resistenza; si costituirà così per ripiani di allenamento, un aumento della resistenza predisponendo il sistema ad impegni sempre più gravosi.
L'organismo, infatti, si adatta a tale successione di stress con precise reazioni specifiche che si esplicano con l'ipertrofismo muscolare, ipertrofismo cardiaco, ecc..
Inversamente se le esposizioni allo stress fisico sono troppo severe per intensità e durata o intervallate da periodi troppo brevi di riposo, il risultato è inverso al precedente: la resistenza si installa ad un ripiano più basso in modo da prevaricare tale fase e favorire l'insorgere della fatica acuta (fase di esaurimento), corrispondente alla sindrome da sovrallenamento.
Una corretta organizzazione del lavoro muscolare, quindi, deve prevedere una razionale distribuzione del rapporto STIMOLO-ADATTAMENTO affinchè si possa esaltare al massimo l'effetto della SUPERCOMPENSAZIONE.
l collocamento dello stimolo (carico della seduta di lavoro) dedicato allo sviluppo della supercompensazione, deve essere perciò accuratamente studiato; in linea generale esso va inserito quando la supercompensazione precedente può essere considerata completamente avvenuta.
Eterocronismo
Alcune funzioni hanno tempi di supercompensazione significativa abbastanza brevi, altre invece si manifestano in forma significativa anche in molti giorni. Tale dinamica viene definita ETEROCRONISMO delle funzioni e la sua conoscenza è fondamentale per la programmazione dell'allenamento in quanto la dinamica dei carichi di allenamento è fondata sui tempi di ristabilimento parziale o totale delle varie funzioni.
Tabella A
FUNZ. BIOLOGICA INDIRIZZO ALLEN. (t”) SUPERCOMP. AUMENTI SIGNIF.
fosfocreatina forza-velocità circa 30 min.
glicogeno resistenza 2 - 3 ore 7 - 10 gg.
metabol. proteine trofia muscolare 36 - 48 ore 20 - 30 gg.
enzimi ciclo krebs potenza aerobica 20 - 40 gg.
Nella tabella A sono riportate le principali funzioni biologiche che presiedono alla produzione di energia che stà alla base di quasiasi tipo di prestazione sportiva:
energia proveniente dal processo anaerobico (alattacido e lattacido)
energia proveniente dal processo aerobico.
Si ricorda che:
a. la Fosfocreatina assieme all'ATP forniscono l'energia muscolare immediata per quelle prestazioni brevi e molto intense (salti, scatti, entro i 10-12 secondi) e dipendono dalla funzionalità del processo energetico anaerobico alattacido;
b. il Glicogeno presiede quelle prestazioni intense (salti e scatti),sviluppate entro i 40-50 secondi) e dipendono dalla funzionalità del processo energetico anaerobico lattacido;
c. Gli enzimi del ciclo di Krebs presiedono quelle prestazioni lunghe a bassa intensità tipo "endurance" (dalla durata anche di ore)e dipendono dalla funzionalità del processo energetico aerobico.
d. Il metabolismo delle proteine è la base del meccanismo dell'ipertrofia muscolare che si può spiegare come segue. L'indice fondamentale dell'attività di ogni sistema vivente è il processo enzimatico delle disgregazioni e delle ricostruzioni delle formazioni proteiche. La sintesi delle strutture proteiche necessita di una grande quantità di energia e ciò dipende dai legami fosforici che ne sono ricchi.
Nella cellula muscolare sollecitata, l'energia è soprattutto utilizzata per assicurare il lavoro esterno; perciò una veloce sintesi delle proteine trasformate diviene impossibile. Si determina, quindi, una concorrenza nell'utilizzazione dell'energia dell ATP: da una parte, per l'attività funzionale e dall'altra per l'aumento della cellula muscolare, attraverso il ricambio plasico di ossigeno.
Poiché in un lavoro intenso, anche di breve durata, il bisogno di ossigeno supera il rifornimento, la risintesi dell'ATP consumato si attua essenzialmente con la fosforilizzazione aerobica, che ha la particolarità di essere poco efficace energicamente.
Con una glicolisi più accentuata, aumenta in primo luogo la disgregazione delle proteine; in secondo luogo, diminuisce, in seguito all'inefficienza della glicolisi, la quantità di ATP nei muscoli.
Questo fatto crea le premesse particolarmente favorevoli allo sviluppo dell'ipertrofia muscolare.
Inversamente se le esposizioni allo stress fisico sono troppo severe per intensità e durata o intervallate da periodi troppo brevi di riposo, il risultato è inverso al precedente: la resistenza si installa ad un ripiano più basso in modo da prevaricare tale fase e favorire l'insorgere della fatica acuta (fase di esaurimento), corrispondente alla sindrome da sovrallenamento.
Una corretta organizzazione del lavoro muscolare, quindi, deve prevedere una razionale distribuzione del rapporto STIMOLO-ADATTAMENTO affinchè si possa esaltare al massimo l'effetto della SUPERCOMPENSAZIONE.
l collocamento dello stimolo (carico della seduta di lavoro) dedicato allo sviluppo della supercompensazione, deve essere perciò accuratamente studiato; in linea generale esso va inserito quando la supercompensazione precedente può essere considerata completamente avvenuta.
Eterocronismo
Alcune funzioni hanno tempi di supercompensazione significativa abbastanza brevi, altre invece si manifestano in forma significativa anche in molti giorni. Tale dinamica viene definita ETEROCRONISMO delle funzioni e la sua conoscenza è fondamentale per la programmazione dell'allenamento in quanto la dinamica dei carichi di allenamento è fondata sui tempi di ristabilimento parziale o totale delle varie funzioni.
Tabella A
FUNZ. BIOLOGICA INDIRIZZO ALLEN. (t”) SUPERCOMP. AUMENTI SIGNIF.
fosfocreatina forza-velocità circa 30 min.
glicogeno resistenza 2 - 3 ore 7 - 10 gg.
metabol. proteine trofia muscolare 36 - 48 ore 20 - 30 gg.
enzimi ciclo krebs potenza aerobica 20 - 40 gg.
Nella tabella A sono riportate le principali funzioni biologiche che presiedono alla produzione di energia che stà alla base di quasiasi tipo di prestazione sportiva:
energia proveniente dal processo anaerobico (alattacido e lattacido)
energia proveniente dal processo aerobico.
Si ricorda che:
a. la Fosfocreatina assieme all'ATP forniscono l'energia muscolare immediata per quelle prestazioni brevi e molto intense (salti, scatti, entro i 10-12 secondi) e dipendono dalla funzionalità del processo energetico anaerobico alattacido;
b. il Glicogeno presiede quelle prestazioni intense (salti e scatti),sviluppate entro i 40-50 secondi) e dipendono dalla funzionalità del processo energetico anaerobico lattacido;
c. Gli enzimi del ciclo di Krebs presiedono quelle prestazioni lunghe a bassa intensità tipo "endurance" (dalla durata anche di ore)e dipendono dalla funzionalità del processo energetico aerobico.
d. Il metabolismo delle proteine è la base del meccanismo dell'ipertrofia muscolare che si può spiegare come segue. L'indice fondamentale dell'attività di ogni sistema vivente è il processo enzimatico delle disgregazioni e delle ricostruzioni delle formazioni proteiche. La sintesi delle strutture proteiche necessita di una grande quantità di energia e ciò dipende dai legami fosforici che ne sono ricchi.
Nella cellula muscolare sollecitata, l'energia è soprattutto utilizzata per assicurare il lavoro esterno; perciò una veloce sintesi delle proteine trasformate diviene impossibile. Si determina, quindi, una concorrenza nell'utilizzazione dell'energia dell ATP: da una parte, per l'attività funzionale e dall'altra per l'aumento della cellula muscolare, attraverso il ricambio plasico di ossigeno.
Poiché in un lavoro intenso, anche di breve durata, il bisogno di ossigeno supera il rifornimento, la risintesi dell'ATP consumato si attua essenzialmente con la fosforilizzazione aerobica, che ha la particolarità di essere poco efficace energicamente.
Con una glicolisi più accentuata, aumenta in primo luogo la disgregazione delle proteine; in secondo luogo, diminuisce, in seguito all'inefficienza della glicolisi, la quantità di ATP nei muscoli.
Questo fatto crea le premesse particolarmente favorevoli allo sviluppo dell'ipertrofia muscolare.