allenamento o doping: dove il bivio
Per definizione l'allenamento può essere considerato come un'attività motoria ripetitiva e programmata che ha l'obiettivo di elevare una precisa prestazione atletica, inducendo il potenziamento della funzione biologica che presiede la prestazione stessa.
Tab. 1
Specificità prestazione Funzione biologica
forza- velocità fosfocreatina - maggiore quantità di ATP e CP depositata nei muscoli
- migliore capacità enzimatica per demolire ATP e CP
resistenza metabol. glicogeno - capacità enzimatica per il metabolismo del glicogeno
- capacità di demolizione dell'acido lattico
trofia muscolare metabolismo proteine - costruzione massa muscolare
potenza aerobica enzimi ciclo krebs - capacità enzimatica per metabolizzare l'ATP in presenza di O2
- adattamento del sistema cardio-circolatorio per rifornire la periferia di O2
- adattamento ematico per il trasporto dell' O2
Da quanto schematizzato in Tab. 1 si può capire il marcato collegamento tra l'attività motoria ed il sistema endocrino quale insieme delle ghiandole a secrezione interna (fig. 1) che producono e rilasciano ormoni (tab. 2), direttamente nel circolo ematico, con le funzioni fondamentali di:
1 - controllare il funzionamento dei meccanismi biochimici del corpo
2 - rispondere ai cambiamenti dell'ambiente interno ed esterno
3 - influenzare direttamente i meccanismi di crescita e dello sviluppo
4 - controllare i processi di riproduzione
Tab. 1
Specificità prestazione Funzione biologica
forza- velocità fosfocreatina - maggiore quantità di ATP e CP depositata nei muscoli
- migliore capacità enzimatica per demolire ATP e CP
resistenza metabol. glicogeno - capacità enzimatica per il metabolismo del glicogeno
- capacità di demolizione dell'acido lattico
trofia muscolare metabolismo proteine - costruzione massa muscolare
potenza aerobica enzimi ciclo krebs - capacità enzimatica per metabolizzare l'ATP in presenza di O2
- adattamento del sistema cardio-circolatorio per rifornire la periferia di O2
- adattamento ematico per il trasporto dell' O2
Da quanto schematizzato in Tab. 1 si può capire il marcato collegamento tra l'attività motoria ed il sistema endocrino quale insieme delle ghiandole a secrezione interna (fig. 1) che producono e rilasciano ormoni (tab. 2), direttamente nel circolo ematico, con le funzioni fondamentali di:
1 - controllare il funzionamento dei meccanismi biochimici del corpo
2 - rispondere ai cambiamenti dell'ambiente interno ed esterno
3 - influenzare direttamente i meccanismi di crescita e dello sviluppo
4 - controllare i processi di riproduzione
Tab.2 Indicazione delle più conosciute ghiandole e secrezione interna e gli ormoni più conosciuti che vengono secreti nell'attività motoria
IPOFISI Anteriore Tireotropo (TSH) - Stimola la tiroide Adrenocorticotropo (ACTH) - Stimola le surrenali Gonadotropine (FSH - LH) - Stimola le gonadi Somatotropo (STH) - Controlla l'accrescimento TIROIDE Tiroxina - Controlla il metabolismo SURRENE - Midollare Adrenalina - Agisce sui vasi sanguigni, accelera il ritmo del cuore SURRENE - Corticale Cortisone - Regola il metabolismo di zuccheri, proteina, grassi Aldosterone - Regola il metabolismo dei sali minerali e dell'acqua PANCREAS - isole di Langherhans Insulina - Diminuisce la quantità di zucchero glucosio nel sangue Glucagone - Aumenta la quantità di zucchero glucosio nel sangue GONADI - testicolo Testosterone - Determina lo sviluppo dei caratteri sessuali maschili |
fig.1
|
Le azioni ormonali
Gli ormoni vanno ad agire su elementi cellulari, detti "bersaglio" (organi o tessuti) con azioni dirette che si estrinsecano direttamente sull'organo bersaglio e/o indirette con attività di controllo di una ghiandola sull'altra.
Tale meccanismo ha un autonomo sistema di controllo definito feed - back negativo che agisce quando un elemento ghiandolare secerne un determinato ormone, inducendo la secrezione di un altro ormone da parte della ghiandola bersaglio. La liberazione del secondo ormone, a sua volta, modula fino ad annullare la secrezione del primo.
Questo meccanismo di regolazione garantisce la presenza in circolo di una concentrazione ormonale sempre controllate affinché sia sempre mantenuto un costante equilibrio interno definito omeostasi.
L'omeostasi
Rappresenta la particolare tendenza posseduta da ogni organismo a mantenere l’equilibrio di ogni funzione fisiologica, quale ad esempio la temperatura corporea (nonostante le variazioni della temperatura esterna), la glicemia (che mantiene costante il glucosio nei tessuti, durante l’intera giornata, indipendentemente dall'alimentazione), ecc. con un meccanismo che può essere schematizzato dal sistema idraulico riportato nella fig. 2.
Gli ormoni vanno ad agire su elementi cellulari, detti "bersaglio" (organi o tessuti) con azioni dirette che si estrinsecano direttamente sull'organo bersaglio e/o indirette con attività di controllo di una ghiandola sull'altra.
Tale meccanismo ha un autonomo sistema di controllo definito feed - back negativo che agisce quando un elemento ghiandolare secerne un determinato ormone, inducendo la secrezione di un altro ormone da parte della ghiandola bersaglio. La liberazione del secondo ormone, a sua volta, modula fino ad annullare la secrezione del primo.
Questo meccanismo di regolazione garantisce la presenza in circolo di una concentrazione ormonale sempre controllate affinché sia sempre mantenuto un costante equilibrio interno definito omeostasi.
L'omeostasi
Rappresenta la particolare tendenza posseduta da ogni organismo a mantenere l’equilibrio di ogni funzione fisiologica, quale ad esempio la temperatura corporea (nonostante le variazioni della temperatura esterna), la glicemia (che mantiene costante il glucosio nei tessuti, durante l’intera giornata, indipendentemente dall'alimentazione), ecc. con un meccanismo che può essere schematizzato dal sistema idraulico riportato nella fig. 2.
fig. 2 - I 4 augelli Q=1/4, forniscono il serbatoio centrale affinché l’asta del galleggiante sia mantenuta orizzontale. Al variare della portata di uno dei 4 augelli, il galleggiante spostandosi dall'orizzontale, fa aprire o chiudere i rubinetti dei singoli augelli aumentando o diminuendo la portata degli altri. Tale sistema permette di mantenere sempre controllato il livello del serbatoio centrale. |
Rapporto tra allenamento e il sistema endocrino
La chiarificazione del rapporto tra l'attività motoria e il sistema endocrino, risale al 1947 quando Selye rendeva note la sua teoria sul meccanismo con cui l'individuo si difende da fattori stressanti quali traumi, gravi emozioni, fattori climatici, infezioni, attività fisica, ecc., tramite due tipi di complesse reazioni che hanno come base una precisa risposta ormonale definite:
1. reazione aspecifiche che si manifestano con un'aumentata produzione di corticoidi (specie glicocorticoidi) da parte della corteccia surrenale, mediata da una aumentata produzione iperfasica di ormone corticotropo (ACTH) e ripropongono sempre la stessa dinamica indipendentemente dal fattore strassante che le scatena;
2. reazioni specifiche che si sviluppano attraverso un'aumentata produzione ormonale differenziata a seconda del fattore strassante, come ad esempio l'ipertrofia dei muscoli nel lavoro muscolare, la formazione di anticorpi nelle infezioni batteriche, ecc..
Nella sua teoria, definita "Sindrome generale di adattamento" o "reazione d'allarme", Selye descrive come le risposte sistemiche aspecifiche si manifestano secondo le fasi:
1. Shock (insufficienza cortico-surrenale -pallore e sudorazione fredda, debolezza muscolare, tachicardia, ipotensione, ecc.);
2. 3 . Contro shock e resistenza (risposta cortico-surrenale - normalizzazione delle funzioni);
4. Esaurimento (esaurimento cortico-surrenale);
5. Colasso e morte.
Secondo tale schema lo stesso Autore definisce l'attività muscolare come uno stress al quale l'organismo risponde con una fase di shock molto breve e debole seguita da fenomeni di contro-shock molto pronunciati.
Nello specifico, all'avvio dell'attività motoria, si sviluppa una fase autonoma (fase di shock dalla durata di qualche decina di secondi), che permette la "messa in moto" dell'organismo tramite l'immediata attivazione del Sistema Nervoso Simpatico che aumenta le catecolamine (adrenalina, noradrenalina e ADH).
Nel proseguo dell’attività motoria (fase di contro-shock o metabolica), avviene l'attivazione della corteccia surrenale, stimolata dall'ACTH secreto dall'ipofisi anteriore che controlla in maniera consistente, tutti i processi di adattamento al fattore stressante, predisponendo la specificità della risposta dell'azione motoria profusa (forza, resistenza, ecc. – reazione specifica).
Dai "fenomeni molto pronunciati" alla supercompensazione
Come precedentemente ricordato, la prima reazione allo stress, avviene "con fenomeni molto pronunciati". Tale caratteristica, è la base sulla quale si sviluppa la risposta compensatoria fin dall'inizio dell'azione motoria, risposta che tende a "rafforzarsi" durante il perseverare del lavoro permettendone la conclusione.
Tali "fenomeni molto pronunciati” si elevano ulteriormente anche dopo il termine della fase di recupero (fig. 3).
La chiarificazione del rapporto tra l'attività motoria e il sistema endocrino, risale al 1947 quando Selye rendeva note la sua teoria sul meccanismo con cui l'individuo si difende da fattori stressanti quali traumi, gravi emozioni, fattori climatici, infezioni, attività fisica, ecc., tramite due tipi di complesse reazioni che hanno come base una precisa risposta ormonale definite:
1. reazione aspecifiche che si manifestano con un'aumentata produzione di corticoidi (specie glicocorticoidi) da parte della corteccia surrenale, mediata da una aumentata produzione iperfasica di ormone corticotropo (ACTH) e ripropongono sempre la stessa dinamica indipendentemente dal fattore strassante che le scatena;
2. reazioni specifiche che si sviluppano attraverso un'aumentata produzione ormonale differenziata a seconda del fattore strassante, come ad esempio l'ipertrofia dei muscoli nel lavoro muscolare, la formazione di anticorpi nelle infezioni batteriche, ecc..
Nella sua teoria, definita "Sindrome generale di adattamento" o "reazione d'allarme", Selye descrive come le risposte sistemiche aspecifiche si manifestano secondo le fasi:
1. Shock (insufficienza cortico-surrenale -pallore e sudorazione fredda, debolezza muscolare, tachicardia, ipotensione, ecc.);
2. 3 . Contro shock e resistenza (risposta cortico-surrenale - normalizzazione delle funzioni);
4. Esaurimento (esaurimento cortico-surrenale);
5. Colasso e morte.
Secondo tale schema lo stesso Autore definisce l'attività muscolare come uno stress al quale l'organismo risponde con una fase di shock molto breve e debole seguita da fenomeni di contro-shock molto pronunciati.
Nello specifico, all'avvio dell'attività motoria, si sviluppa una fase autonoma (fase di shock dalla durata di qualche decina di secondi), che permette la "messa in moto" dell'organismo tramite l'immediata attivazione del Sistema Nervoso Simpatico che aumenta le catecolamine (adrenalina, noradrenalina e ADH).
Nel proseguo dell’attività motoria (fase di contro-shock o metabolica), avviene l'attivazione della corteccia surrenale, stimolata dall'ACTH secreto dall'ipofisi anteriore che controlla in maniera consistente, tutti i processi di adattamento al fattore stressante, predisponendo la specificità della risposta dell'azione motoria profusa (forza, resistenza, ecc. – reazione specifica).
Dai "fenomeni molto pronunciati" alla supercompensazione
Come precedentemente ricordato, la prima reazione allo stress, avviene "con fenomeni molto pronunciati". Tale caratteristica, è la base sulla quale si sviluppa la risposta compensatoria fin dall'inizio dell'azione motoria, risposta che tende a "rafforzarsi" durante il perseverare del lavoro permettendone la conclusione.
Tali "fenomeni molto pronunciati” si elevano ulteriormente anche dopo il termine della fase di recupero (fig. 3).
La dinamica della risposta supercompensatoria si differenzia a seconda della funzione biologica stimolata e provoca una risposta ormonale specifica generale ma EQUILIBRATA che mantiene sempre inalterata l'omeostasi.
La conoscenza del tempo di supercompensazione di una funzione biologica è definita "eterocronismo" e chiarisce la dinamica dei tempi di ripristino e del ricordo che l'organismo mantiene della specificità dell'esercizio fisico svolto precedentemente (Tab. 3).
Tab. 3
FUNZ. BIOLOGICA INDIRIZZO ALLENANTE (t") SUPERCOMP. (t") Ricordo
fosfocreatina forza- velocità circa 30 min.
Metabol. glicogeno resistenza 2 - 3 ore 7 - 10 gg
metabol. proteine trofia muscolare 36 - 48 ore 20 - 30 gg
enzimi ciclo krebs potenza aerobica 20 - 40 gg
L'effetto di sommazione quale base della programmazione dell'allenamento
Dalla teoria di Selye si chiarisce che ogni specifica funzione biologica viene potenziata con effetto di sommazione in seguito alla ripetizione dell'esposizione allo stress, qualora l'organismo mantenga il ricordo dell'esposizione precedente. Conoscendo il contenuto e la specificità dell'azione stressante (seduta di allenamento), quindi, è possibile inserire la successiva ripetizione dell'esercizio fisico, quando la risposta supercompensatoria è ancora ad un alto livello, in modo da determinare il migliore sfruttamento della risposta. Con tale organizzazione si determina il potenziamento, a livelli, di una funzione biologica, come riportato nello schema di fig.4.
La conoscenza del tempo di supercompensazione di una funzione biologica è definita "eterocronismo" e chiarisce la dinamica dei tempi di ripristino e del ricordo che l'organismo mantiene della specificità dell'esercizio fisico svolto precedentemente (Tab. 3).
Tab. 3
FUNZ. BIOLOGICA INDIRIZZO ALLENANTE (t") SUPERCOMP. (t") Ricordo
fosfocreatina forza- velocità circa 30 min.
Metabol. glicogeno resistenza 2 - 3 ore 7 - 10 gg
metabol. proteine trofia muscolare 36 - 48 ore 20 - 30 gg
enzimi ciclo krebs potenza aerobica 20 - 40 gg
L'effetto di sommazione quale base della programmazione dell'allenamento
Dalla teoria di Selye si chiarisce che ogni specifica funzione biologica viene potenziata con effetto di sommazione in seguito alla ripetizione dell'esposizione allo stress, qualora l'organismo mantenga il ricordo dell'esposizione precedente. Conoscendo il contenuto e la specificità dell'azione stressante (seduta di allenamento), quindi, è possibile inserire la successiva ripetizione dell'esercizio fisico, quando la risposta supercompensatoria è ancora ad un alto livello, in modo da determinare il migliore sfruttamento della risposta. Con tale organizzazione si determina il potenziamento, a livelli, di una funzione biologica, come riportato nello schema di fig.4.
L'effetto di sommazione, quindi, è la base della costruzione ciclica dell'allenamento che esalta il suo fattore allenante quando si alternano fasi di aumento del carico ad altre di scarico (fig.5).
Questa costruzione ciclica, basata sulla ripetitività dello stimolo, può solo venir strutturata organizzando puntigliosamente il contenuto di ogni seduta di allenamento, con la scelta della specificità, della quantità e dell'intensità di ogni singola esercitazione.
Da quanto sopra descritto, possiamo , quindi, affermare che l'allenamento è un'attività motoria organizzata e programmata con lo scopo di indurre un innalzamento armonico-naturale della funzionalità del sistema endocrino posto alla base della prestazione che si vuole elevare.
Al contrario il doping scavalca ed annulla tale organizzazione.
La somministrazione esogena di sostanze farmaceutiche, infatti, tende a produrre un aumento artificioso delle componenti poste alla base della prestazione motoria (tab. 1), sradicando la funzionalità del sistema endocrino, compromettendo la funzionalità e l'equilibrio dell'intero organismo.
Non è intenzione dell’Autore, entrare nella specificità dell'argomento, in particolare sugli effetti di tali sostanze e sulle dinamiche di sovrapposizione che questa impongono a quanto riportato in tab. 2. Pare, però, opportuno chiarire in base all'esempio di fig. 2, gli effetti articolarmente negativi della somministrazione esogena delle sostanze dopanti.
La fisiologia ci spiega chiaramente che se un ormone è presente nel sangue in dosi eccessive, inibisce la secrezione di ormoni della stessa ghiandola, inducendo la secrezione di ormoni che ne possono bloccare l'attività. Tale principio, già ricordato, serve a mantenere l'omeostasi interna.
Il doping
La somministrazione esogena, invece, determina uno squilibrio, nella quantità di ormoni nel circolo ematico, squilibrio che si riflette inizialmente sulla funzionalità della ghiandola endocrina scavalcata. A lungo andare tale situazione può portare anche all'atrofia della stessa ghiandola (fig. 6).
Da quanto sopra descritto, possiamo , quindi, affermare che l'allenamento è un'attività motoria organizzata e programmata con lo scopo di indurre un innalzamento armonico-naturale della funzionalità del sistema endocrino posto alla base della prestazione che si vuole elevare.
Al contrario il doping scavalca ed annulla tale organizzazione.
La somministrazione esogena di sostanze farmaceutiche, infatti, tende a produrre un aumento artificioso delle componenti poste alla base della prestazione motoria (tab. 1), sradicando la funzionalità del sistema endocrino, compromettendo la funzionalità e l'equilibrio dell'intero organismo.
Non è intenzione dell’Autore, entrare nella specificità dell'argomento, in particolare sugli effetti di tali sostanze e sulle dinamiche di sovrapposizione che questa impongono a quanto riportato in tab. 2. Pare, però, opportuno chiarire in base all'esempio di fig. 2, gli effetti articolarmente negativi della somministrazione esogena delle sostanze dopanti.
La fisiologia ci spiega chiaramente che se un ormone è presente nel sangue in dosi eccessive, inibisce la secrezione di ormoni della stessa ghiandola, inducendo la secrezione di ormoni che ne possono bloccare l'attività. Tale principio, già ricordato, serve a mantenere l'omeostasi interna.
Il doping
La somministrazione esogena, invece, determina uno squilibrio, nella quantità di ormoni nel circolo ematico, squilibrio che si riflette inizialmente sulla funzionalità della ghiandola endocrina scavalcata. A lungo andare tale situazione può portare anche all'atrofia della stessa ghiandola (fig. 6).
Il perpetuarsi e l'aggravarsi di tale anomala situazione porta ad un inevitabile modifica totale dell'equilibrio interno, compromettendo interamente le principali attività organiche (fig.7).
Vale la pena ricordare che tale compromissione si può manifestare con serie e gravi forma di patologie alcune delle quali sono:
Conclusioni
A conclusione di tutto quanto precedentemente scritto, si può affermare che in letteratura non appare alcun lavoro dal quale si può dedurre che la somministrazione esogena di farmaci, ormoni o qualunque altra sostanza farmaceutica, porti ad un miglioramento della prestazione. Al contrario è personale esperienza dell'autore che il lavoro programmato ed organizzato in funzione dei tempi di supercompensazione (tab.3) porta a risultati certi, importanti e, soprattutto, sicuri per la salute dell'atleta.
La programmazione dell'allenamento basato su tali principi porta senza ombra di dubbio ad un rafforzamento totale dell'organismo sia dal punto di vista fisiologico sia dal punto di vista psichico. Prova ne è il marcato sorriso di soddisfazione e di sicurezza del vincitore.
- Aggressività
- Strappi muscolari
- Cancro
- Ittero
- Cefalee
- Soppressione del sistema immunitario
- Ritenzione di sodio
- Ipertensione
- Mascolinizzazione
- Impotenza
- Sterilità
- Acne
- Ginecomastia
- Malattie cardio-vascolari
- Ipertrofia cardiaca
- Palpitazioni
- Sanguinamento
- Shock anafilattico
Conclusioni
A conclusione di tutto quanto precedentemente scritto, si può affermare che in letteratura non appare alcun lavoro dal quale si può dedurre che la somministrazione esogena di farmaci, ormoni o qualunque altra sostanza farmaceutica, porti ad un miglioramento della prestazione. Al contrario è personale esperienza dell'autore che il lavoro programmato ed organizzato in funzione dei tempi di supercompensazione (tab.3) porta a risultati certi, importanti e, soprattutto, sicuri per la salute dell'atleta.
La programmazione dell'allenamento basato su tali principi porta senza ombra di dubbio ad un rafforzamento totale dell'organismo sia dal punto di vista fisiologico sia dal punto di vista psichico. Prova ne è il marcato sorriso di soddisfazione e di sicurezza del vincitore.
Stefano Lippi - campione del mondo salto in lungo
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La programmazione dell'allenamento basato su tali principi porta senza ombra di dubbio ad un rafforzamento totale dell'organismo sia dal punto di vista fisiologico sia dal punto di vista psichico. Prova ne è il marcato sorriso di soddisfazione e di sicurezza del vincitore. Al contrario li doping è una forma di indebolimento dell'organismo sia dal punto funzionale sia da quello psichico. Provate solo a ricordare la mortificazione di quegli atleti, TUTTI OVVIAMENTE INNOCENTI, ai quali viene tolta un medaglia perché risultati positivi a sostanze proibite. |
In altre parole, somministrare doping ad un atleta e come fare i compiti ad un bambino di prima elementare: i compiti saranno fatti benissimo senza alcun errore, il bambino, però, resterà un ignorante!!!!