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sindrome generale di adattamento

Già nel 1950, infatti, Selye aveva proposto il concetto di ADATTAMENTO difensivo dell'organismo agli STIMOLI agressivi, sia estrinseci che intrinseci, descrivendo tutti i meccanismi di difesa con cui l'organismo mantiene integra, entro lievi oscillazioni, la propria struttura e funzione in risposta agli stimoli (stress) dell'ambiente in cui vive (temperatura, malattie, traumi, attività muscolare, ecc.)
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AGENTI STRESSANTI:
interventi chirurgici,
infezioni,
traumi (ferite, ustioni),
accidenti allergici o immunitari,
sforzi marcati,      
gravi emozioni,
malnutrizione,
agenti fisici (caldo, freddo, sole, ecc.).
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Egli definì la "sindrome generale di adattamento", o "reazione d'allarme", come quel complesso di tutte le reazioni "SISTEMICHE" e "NON SPECIFICHE" che si verificano per l'esposizione dell'organismo ad uno stress prolungato per mantenere il suo equilibrio interiore.
        Se tale situazione di stress si ripete nel tempo con una certa regolarità, l'organismo reagisce potenziando le sue "difese" incrementando la potenzialità e la specificità del sistema organico sottoposto allo stress (REAZIONE SPECIFICA).

Reazioni sistemiche non specifiche
Le reazioni sistemiche non specifiche si manifestano, secondo una risposta che si articola SEMPRE nella successione di tre fasi:
    1.- FASE DI SHOCK - nella quale l'organismo subisce passivamente l'azione dell'agente alterativo.
Questa fase è contraddistinta da insufficienza corticosurrenale acuta e si manifesta con palore e sudorazione fredda, debolezza muscolare, tachicardia, ipotensione, ipovolemia, emoconcentrazione, ipoglicemia, ipocloremia, iperpotassiemia, leucopenia, anuria, ulcerazioni gastrointestinali;
    2.- FASE DI CONTRO-SHOCK - nella quale l'organismo mobilita le sue difese che sorpassano il reale bisogno di compensazione e
    3.- FASE DI RESISTENZA - nella quale l'organismo aumenta la sua resistenza verso il fattore dannoso; rappresenta in pratica tutto l'insieme delle reazioni sistemiche aspecifiche, determinate da stimoli protratti, che consentono all'organismo di resistere alle azioni nocive che lo colpiscono.
Questa fase è contraddistinta dalla risposta corticosurrenale che si manifesta con la normalizzazione del volume e della pressione del sangue, caduta dell'ematocrito, elevazione della glicemia, aumento dell'escrezione dell'azoto, aumento dei leucociti, caduta dei linfociti e dei eosinofili, diminuzione del volume del timo e dei linfonodi, ipertrofia della corteccia surrenale con liberazione di granuli lipidici;
    4. e 5. - FASE DI ESAURIMENTO - nella quale l'organismo soccombe agli agenti dannosi; essa può comparire più o meno tardivamente in rapporto alle capacità di risposta dell'organismo stesso e all'intensità dello stress, come può anche mancare qualora lo stress si esaurisca in tempo utile.
Questa fase è contraddistinta dall'esaurimento cortico surrenale e si manifesta con colasso o morte.

Le reazioni specifiche
L'attività muscolare è dunque, secondo Selye, uno degli "stressor" (stimolo abnorme che aggredisce l'organismo) più importanti ed è caratterizzato dal fatto di provocare un periodo di shock molto breve e debole, seguito da fenomeni molto pronunciati di contro-shock. Le cause di stress durante l'esercizio fisico sono varie e naturalmente si potenziano reciprocamente con effetto di sommazione.
La ripetizione dello stress fisico (esercizio fisico o STIMOLO) determina un effetto variabile secondo l'intensità della precedente esposizione allo stress stesso, e la durata del periodo di riposo fra le due esposizioni (fase di ADATTAMENTO). E' proprio in questa fase che si instaurano e si consolidano i fenomeni di adattamento ricercati dalla specificità dello stimolo proposto.
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